martedì 29 dicembre 2015

NEXT RELEASES: Tutto ma non il mio tailleur by Cecile Bertod in cartaceo a Marzo 2016

Buongiorno cucciolotti, pronti per una nuova avventura? Allora il prossimo 3 marzo uscirà TUTTO MA NON IL MIO TAILLEUR primo capitolo della SERIE TUTTO MA NON IL MIO TAILLEUR di Cecile Bertod in cartaceo e abbiamo la nuova cover!

Are you ready, baby?

Ringrazio il blog Crazy For Romance





TITOLO: TUTTO MA NON IL MIO TAILLEUR
AUTORE: Cecile Bertod
SERIE:
 SERIE TUTTO MA NON IL MIO TAILLEUR
#0.5 NESSUNO TRANNE TE, Dicembre 2015
#1 TUTTO MA NON IL MIO TAILLEUR
, 2016
GENERE:  Romace
CASA EDITRICE:  Newton Compton Editori
DATA USCITA: 3 MARZO 2016
PAGINE: 
PREZZO: 

SINOSSI:



Tre parole per descrivermi? 
Realizzata. 
Professionale. 
Consapevole". 
Trudy è a un passo dal realizzare tutti i suoi sogni. Ha finalmente la vita che ha sempre desiderato: un lavoro stabile, una carriera promettente, una promozione dietro l’angolo e un anello di fidanzamento al dito che vale una fortuna. Horace è il giusto completamento di uno stile di vita frenetico, iperattivo, sovraeccitato dalle sfide continue di un lavoro che ama e che ha messo ormai da anni al primo posto tra le sue priorità. Come lei, ambisce a raggiungere una posizione di successo e dedica gran parte del suo tempo alla sua carriera da avvocato. Per entrambi non c’è spazio per le frivolezze, ma solo per la stabilità di un rapporto maturo destinato a… a distruggersi a pochi giorni dal matrimonio. Già, perché mentre tutto sembra muovere verso un lieto coronamento di aspettative, detratte le spese del Wedding Planner e del mutuo a tasso fisso dell’appartamentino al centro, accade qualcosa che manda tutto in frantumi e Trudy, dal nulla, si vede costretta ad abbandonare tutto ciò che le è più caro per ritrovarsi confinata in uno sperdutissimo paesino della Scozia, scelta come direttrice di una filiale sull’orlo della bancarotta. La scoperta è traumatica, l’arrivo disastroso, il blando tentativo di ambientarsi totalmente inutile. Niente lavanderia a gettoni, niente smog, niente metropolitana, niente connessione wi-fii. Insomma un inferno. Per non parlare dell’appartamento. No, ok, parliamone! Aveva organizzato ogni cosa fin nei minimi dettagli: colf, connessione, allaccio del gas. Tutto pronto, perfetto, impeccabile, ma quando arriva saltano le tubature e si trova costretta ad accettare l’ospitalità di uno di quei perdigiorno del pub, il barista raggae che aveva provato ad abbordarla appena arrivata. Uno di quei tizi con la fissa per gli addominali e i bibitoni iperenergetici da pompaggio bicipiti indiscriminato. Il destino, si sa, a volte sa essere crudele ma con lei, davvero, sbizzarrisce tutto il suo senso dell’umorismo perché Ethan è proprio… Ecco, lui… Lui è così… No, perché lui… E ritengo necessario stendere un velo pietoso sul suo indecoroso stile di vita. Illudere tutte quelle ragazzine isteriche è oltremodo indegno. Non che a lei interessi. No, per carità. Era giusto così, per mettere i puntini sulle i. E’ un po’ tutto in generale: non si trova modo di scappare via da quel manicomio a cielo aperto, dalla sede centrale tardano ad arrivare i soccorsi, in più quella stupida lavatrice continua a fare bizze! Ci sta tutta che uno perda per un attimo il senno e che magari si lasci trasportare dall’isteria momentanea. Ma era… Ma quella a telefono sembrava proprio… E così perdi per un attimo il contatto con la realtà, inizi a pestare l’elettrodomestico ammutinato e ti ritrovi non si sa come né perché al piano sbagliato, ma soprattutto nel letto sbagliato, con la persona sbagliata e… E tutto si complica inesorabilmente. Niente, è una storia davvero incasinata. Per non parlare dell’affollamento improvviso e inaspettato di pretendenti sul tappetino dell’ingresso. Mai visto niente del genere da quando si era comprata quel vestitino rosso per la festa dei diciott’anni, giuro! Beh, non voglio anticiparvi altro. Male che vada, se siete ancora indecisi, cliccate su “anteprima” e date un’occhiata all’inizio della storia. Un unico avviso: i personaggi di questo libro sono tutti particolarmente suscettibili e, come direbbe mia madre, “caratteriali”, che ho sempre sospettato nascondesse aggettivi molto meno diplomatici, anche se non ne ho mai avuto una piena conferma.
Altro? Ah, sì, grazie a tutte le persone che mi hanno permesso di arrivare alla fine di questo libro senza impazzire e grazie a tutti quelli che lo leggeranno, a prescindere da qualsiasi sia la valutazione finale e un grazie di cuore a Patty per la sua prefazione.


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Prefazione
Comincio col dire che sono onorata di poter scrivere questa prefazione, e che non sarà troppo lunga. Voglio dire, sicuramente avrete fretta di cominciare il romanzo.
Di certo sarò un po’ di parte, ma vi garantisco che cercherò di essere il più obiettiva possibile; il fatto è che se il romanzo è bello, è bello, io non posso farci niente.
Questo naturalmente non è il primo romanzo di Cecile Bertod che ho letto, ricordo ancora quando leggevo “Un’assistente ideale” convinta fosse l’opera di una scrittrice francese, e invece la nostra autrice qui ha sorpreso tutti con la sua vera nazionalità... cos’è? Rumena? ;P
Comunque dall’alto(mah) della mia conoscenza del suo lavoro, lasciatemi dire che trovo che questo romanzo sia il più rappresentativo di Cecile Bertod.
Sebbene abbia adorato tutti i suoi romanzi, credo che in questo ci abbia messo ancora più di se stessa (per sua stessa ammissione tra l’altro U.U).
Se cominciate questo romanzo affamate della sua grande ironia, le sue battute acute e irriverenti, i sospiri, le risate, l’irritazione... insomma tutta la gamma di emozioni assicurate dal marchio Bertod, allora avete trovato pane per i vostri denti.
Questo lavoro mantiene tutte le promesse del genere e le sue amanti, come me, troveranno piena soddisfazione nella lettura; preparatevi ad un’altra nottata (io ormai ci ho fatto l’abitudine). Ma c’è anche di più, incredibile ma vero, fa anche riflettere, grazie all’argomento scelto; uno sguardo sulle abitudini odierne, su come scegliamo le nostre priorità e cosa consideriamo importante e cosa no.
Come muta il nostro modo di vedere le cose quando cambiamo prospettiva, come per esempio trasferendoci dalla grande città ad un piccolo paese; esistono tanti stili di vita diversi e a volte siamo talmente accecati dalla frenesia dei nostri ritmi, da dimenticare cosa conta davvero.
Questo è quello che succede anche alla nostra protagonista, che sarà costretta a rivoluzionare tutta la sua vita e a prendere decisioni importanti su come vuole che sia e che alla fine potrebbe anche cominciare a pensare che in fondo questo tailleur non sia poi così indispensabile.
Desidero fare un ringraziamento a Mike Shinoda, che sono sicura abbia un grande ruolo nell’ispirazione nella nostra autrice, soprattutto nei suoi sogni, luoghi in cui io non mi addentrerei mai e poi... lasciate ogni speranza o voi che entrate. ;P
Mike, dalle una possibilità, davvero. Cioè, che ne sai, potrebbe essere la donna della tua vita, la tua anima gemella, se non provi non lo scoprirai mai. Sei sicuro che vuoi morire con questo dubbio?
Penso a questo punto di poter considerare il mio lavoro finito qui e non mi resta che augurarvi buon divertimento con la lettura di questo romanzo.
Io so che sarà così. Patrizia PattyEsposito

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ESTRATTO
Tutto ma non il mio Tailleur

«Sono in pausa», mi risponde, mandando giù un paio di patatine.
«E non hai nessun altro da importunare?»
«Ci sarebbe Bart, ma la moglie l’ha cacciato di casa e non voglio che mi chieda di ospitarlo per la notte».
Rassegnata a dovermi sorbire la sua snervante compagnia fino all’arrivo di Morgan, affondo anch’io le dita nei salatini e commento a mezza bocca: «Mi spiace deluderti, ma con me non corri questo rischio».
«A no? So essere molto accogliente!» e, da come mi guarda, credo sarà difficile convincerlo del contrario.
«Ti butta male», provo ugualmente, masticando rumorosamente una manciata di arachidi.
«Perché?», insiste lui di rimando.
«Perché non hai nulla da offrirmi che non abbia già visto, provato, valutato e catalogato sotto la “D” di “Dove avrò messo le chiavi della macchina?”»
«E se fossi io a non essere interessato?»
«Non saresti qui a cercare di corrompermi con una ridicola vaschetta di salatini stantii».
«Ti andrebbe un hot-dog?» e sembra faticare parecchio per non scoppiare a ridere.
Fantastico! Mi mancava un po’ di intrattenimento. Grazie Dio. Me ne ricorderò la prossima volta in chiesa al momento delle offerte.
«È così difficile convincersi che la promessa di un’oretta da trascorrere in un monolocale che puzza di birra con uno sconosciuto che neanche sa il mio nome non sia poi così allettante?»
«Non saprei. Non mi è mai capitato».
«Di finire in un monolocale che puzza di birra?»
«Che durasse solo un’ora», mi corregge, lasciando spuntare nuovamente quel sorriso che…

«Che infinita tristezza!», commento, sfilando una banconota dal portafogli per passargliela. «Immagino la fase successiva sia batterti il petto a pugni chiusi, sgolandoti come un orango in amore. Resterei a godermi la scena, ma il mio accompagnatore è arrivato e non intendo privare il genere femminile di un così virile rappresentante della specie. Ottimo caffè. Il resto mancia. Buona serata» e mi allontano verso la porta, dove riconosco l’impiegato in un ragazzo sulla ventina che fatica a chiudere l’ombrello mentre mi cerca nella sala con espressione incerta.





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